P.I. | Recensione

Nel vasto panorama di titoli prodotti da Martin Wallace con la sua Treefrog Line, ho di recente rintracciato un gioco che nonostante sia stato declassato e recensito in malo modo da alcuni noti blog italiani, a me ha convinto. Parliamo di P.I. un boardgame di deduzione da due a cinque giocatori – ambientato nell’America dei ruggenti anni 20′ – in cui ogni giocatore si cala nei panni di un investigatore privato. Vediamo nel dettaglio la componentistica del gioco e le meccaniche, per poi arrivare alle mie soggettive conclusioni.

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La componentistica 

La scatola si presenta resistente e ben illustrata, nel formato usuale della Treefrog (della dimensione di Pochi Acri di Neve per intenderci). In copertina, un investigatore assai stereotipato a la Humphrey Bogart sembra aver colto qualche indizio durante una passeggiata fra le peggiori strade di New York. Aprendo la scatola, scopriamo al suo interno un inaspettatamente gigantesco tabellone, dei set di cubi e dischi colorati (già visti in vari altri giochi di Wallace), dei countersheet spessi e ben stampati ed un mazzo di carte.
La cosa più sorprendente è il minuscolo regolamento, a tratti più breve di quello di Indovina Chi? o Cluedo. Nel complesso ho apprezzato molto le illustrazioni dei personaggi sulle carte ma ho trovato assai caotico il tabellone di gioco.

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Le Meccaniche di gioco

L’obiettivo in P.I. è quello di scoprire una combinazione di tre carte – composte da un Sospetto, un Luogo e un Crimine – possedute dalla persona seduta alla vostra destra durante la partita. Il gioco si articola in tre mini-giochi, che si svolgono tutti seguendo lo stesso identico copione. All’inizio del primo mini-gioco, ogni giocatore riceve dei dischi, dei cubi e dei marker di cartoncino in un colore. Successivamente ogni giocatore riceve una carta Sospetto, una Luogo ed una Crimine che terrà segrete – dopo averle accuratamente guardate – per tutta la durata del mini-gioco. Sul tabellone intanto – che rappresenta con delle cartoline 14 Luoghi differenti – saranno posizionati randomicamente delle tessere Sospetto e Crimine che verranno rivelate solo quando il mini-gioco avrà inizio.
I giocatori, partendo dal primo, avranno a disposizione tre tipologie di azione ogni turno da cui selezionarne ed eseguirne una. Le azioni sono: a) Pescare una fra le nove carte indizio rivelate sul tavolo. La funzione di queste carte è quella di aiutare l’investigatore ad interrogare il proprio indiziato (ovvero il giocatore a destra) utilizzando un Luogo, un Sospetto o un Crimine. b) Utilizzare un Marker investigatore. Essendo un’azione limitata alla disponibilità di questi marker – ogni giocatore ne possiede 5 – va utilizzata solo in casi estremi o quando si è veramente convinti di aver trovato un combinazione il più possibile vincente. L’effetto di questo Marker , una volta posizionato su un Luogo del tabellone, è quello di rivelarci immediatamente se la persona alla nostra destra possiede o meno quel Luogo o/e il Crimine o il Sospetto ivi presenti. In caso affermativo, l’indiziato dovrà mettere un numero di dischi pari agli elementi da lui posseduti e un numero di cubi pari al numero di elementi da lui posseduti adiacenti al luogo dove abbiamo messo il nostro Marker. Rispetto all’azione a) questa è più potente perchè ci informa su tutti gli elementi presenti in quel Luogo, mentre l’azione a) ci permette di azzeccare solo un elemento ed al massimo di scoprire, sempre attraverso i cubi, se l’indiziato possiede elementi adiacenti al luogo contenete l’oggetto della carta. c) Formulare l’accusa. Questa è l’azione più rischiosa, poichè se da una parte ci permette di risolvere il caso, dall’altra ci penalizza se abbiamo formulato accuse erronee. Per formulare un’accusa il giocatore indica quali sono le tre carte – Luogo, Sospetto, Crimine – che il giocatore alla sua destra ha in mano. Se azzecca, il giocatore riceve subito il massimo dei punti. Se qualcuno ha già ottenuto prima di lui il massimo di punti, scalerà al secondo posto. Se il giocatore fallirà, otterrà subito una penalità di -2, che aumenterà ogni volta formulerà un’accusa sbagliata. Quando tutti i giocatori avranno risolto i propri casi, il mini-gioco avrà fine e ne inizierà un secondo, ovviamente con nuovi casi per gli investigatori. Al termine del terzo mini-gioco, chi avrà ottenuto più punti, verrà decretato il miglior investigatore.

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Considerazioni finali

A dispetto di quanto letto in giro, ai miei gruppi di gioco P.I. è piaciuto. Nonostante sia possibile rinominarlo Advanced Cluedo, non è un gioco sciocco nè tantomeno semplicistico. Sorvolato il caos di cubetti e dischi sulla coloratissima plancia di gioco replica di una bacheca di un investigatore, P.I. è estremamente godibile. Scala bene in qualsiasi numero di giocatori e garantisce divertimento ed infinita rigiocabilità (a patto vi piaccia lo stile di gioco). Inizialmente può risultare arido e meccanico, anche perchè non essendoci testo nemmeno sulle carte, l’unica caratterizzazione del gioco sono le illustrazioni. Dovrete un po’ lavorare con la fantasia per capire come mai una ragazzina abbia ingaggiato dei gangster per commettere un omicidio in un bosco ed altre simpatiche combinazioni che possono emergere dal tris di carte che vi capiterà ad inizio partita ma dato che lo scopo del gioco non è comprendere un contenuto ma indovinare delle combinazioni, finirete col passarci sopra. La durata di una partita è assai contenuta, anche se spesso sarete costretti ad attendere che gli ultimi investigatori-giocatori, ancora alle prese con il caso, giungano a formulare l’accusa corretta. Questo elemento è assai frustrante ma tende a sparire quando si gioca in due o tre. Il gioco è fattibilissimo anche per due giocatori, senza risultare eccessivamente scacchistico ed aumentando la difficoltà della ricerca di indizi.
Desidero consigliare questo gioco tanto alle coppie quanto alle comitive, nonchè agli appassionati di giochi di deduzione e logica. Se lo scegliete solo per la tematica accattivante, penso rimarrete delusi. E’ un gioco che esclude una grande fetta di giocatori per via delle meccaniche. Se siete collezionisti di Martin Wallace, non troverete granchè del suo stile, fatta eccezione per la presenza congiunta di dischetti e cubi.
Gli aspetti positivi, per quanto mi riguarda rimangono la durata e la rigiocabilità, nonchè la possibilità di spiegarlo e prepararlo in cinque minuti.
Vi ringrazio per la lettura e alla prossima recensione!

Voto: 6

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