Parsec – Age of Colonies | Recensione

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Oggi parlerò di un titolo nostrano, l’italianissimo Parsec – Age of Colonies, concepito dal duo Giangiacomo Borghese (game design e lead art) e Ranieri Panchetti (grafica e progetto) e prodotto dall’editore Dal Tenda nel 2016. Personalmente ho seguito l’evoluzione del gioco lungo la campagna di Kickstarter, dove il gioco ha riscontrato parecchio successo nonostante fosse un prodotto destinato unicamente al pubblico italiano. Questa recensione è basata sull’edizione base del gioco (da 2 a 4 giocatori), che corrisponde a quella attualmente in commercio, acquistabile direttamente dal sito di Dal Tenda. Passiamo quindi ad analizzare la componentistica del gioco e le regole.

I materiali

Indubbiamente, la scatola di Parsec fuoriesce dai soliti standard a cui siamo abituati. E’ difatti alquanto spessa ma quadrata anzichè rettangolare. L’illustrazione in copertina e’ alquanto accattivante e ben realizzata e non lascia dubbi sulla tematica del gioco: la conquista della galassia. All’interno – privo di qualsiasi organizer o separatore in cartone – sono gettati, totalmente imbustati, i vari componenti: i mazzi di carte incellofanati; un foglio di counter esagonali per il tracking degli eventi; i dadi (D8) nei colori dei 4 giocatori; 4 set di astronavi e colonie nei colori dei 4 giocatori; le 12 plance modulari in cartone spessissimo ed il regolamento a colori in un piccolo e comodo formato. Parlando di qualità, c’è qualche critica da fare: le carte sono lucide e ben congegnate a livello grafico ma scadenti in termini di resistenza. Sono di facile usura e di un cartoncino troppo debole. E’ consigliabile imbustarle anche se, essendo veramente tante, potrebbero rappresentare una spesa aggiuntiva non da poco. Un’altra critica va alle plance modulari, questa volta sotto l’aspetto grafico: gli esagoni impressi su di esse (probabilmente a causa di qualche difetto di stampa) sono poco definiti e netti, il che crea non pochi problemi durante il movimento delle proprie flotte. Tranne che per questi due difetti, in complesso si può dire che il resto dei materiali siano di adeguata qualità considerato anche il prezzo basso a cui viene venduto il gioco.

Un amico mi ha fatto notare che le miniature delle colonie ricordano molto tocchetti di cioccolata e le navi cargo sembrano delle dita!

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Il Cargo

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La Colonia

Il gioco

Avete mai giocato a “I Coloni di Catan”? Mi auguro di si, considerato che è uno di quei classici giochi da tavolo introduttivi imprescindibili ed al contempo uno dei più detestati. In Parsec, c’è molto de I Coloni di Catan, a partire dal fatto che la produzione delle risorse è casuale, affidata totalmente al lancio di un D8 nel turno di ogni giocatore. Le risorse sono raffigurate sulle carte ed a differenza di Catan, qui sono solo di tre tipi: Energia, Titanio ed Oro. Infine la possibilità di scambiare le risorse fra giocatori e fra giocatori e riserva generale conclude la lista delle somiglianze con Catan. Se odiate i Coloni di Catan, non so quanto potrete appassionarvi a Parsec ma se Catan non vi fa storcere il naso ed amate i giochi dadosi e di conflitto, continuate pure la lettura di questa recensione!
In Parsec, i giocatori tenteranno di colonizzare più pianeti possibile, abbattendo le flotte stellari avversarie ed estraendo minerali e risorse preziose da asteroidi e pianeti. E’ un titolo 4X (eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate), che per chi sa cosa significa, si inserisce in un filone di boardgames e wargames con dei canoni rigidi che non vanno mai trasgrediti. Ovviamente in Parsec non ci sono trasgressioni di sorta, quanto piuttosto un adattamento – di sicuro più semplice e soprattutto rapido – di meccaniche tipiche di questo genere di giochi.
Dopo un setup che fornisce ai giocatori da una a due colonie di partenza, sulla plancia modulare raffigurante una galassia, la partita ha inizio. Ogni giocatore possiede due Cargo che sono l’unità di mining (raccolta risorse) principale. Partendo dalla/e propria/e Colonia di partenza, il giocatore potrà spostare di 3 PARSEC queste unità. In questo gioco, i PARSEC indicano il massimo numero di esagoni che un’unità può muovere in un turno. I Cargo hanno due funzioni: la prima è quella di raggiungere pianeti per colonizzarli (costruendo una nuova Colonia nell’esagono in cui approdano o trasformandosi in una Colonia); la seconda è quella di atterrare su asteroidi (non colonizzabili) per estrarne preziose risorse. Ogni pianeta può ospitare 7 Colonie di qualsiasi giocatore, mentre ogni asteroide può ospitare due soli Cargo di una stessa Fazione. Sia i pianeti che gli asteroidi riportano un numero da 1 a 8. Quando un giocatore inizia il proprio turno, tira un D8: ogni Colonia o Cargo che si trova su un pianeta o asteroide identificato da quel numero, produce una risorsa del tipo indicato dal pianeta o asteroide. Il possessore prende quindi dai mazzi corrispondenti, le risorse scelte. Questo è il meccanismo di produzione risorse. Avviene ogni turno ma è totalmente aleatorio, sconsigliato quindi ai german-isti deboli di cuore ed ai rosiconi. Dopo aver prodotto, un giocatore può muovere tutte le sue navicelle. Ne esistono di due tipi: quelle piccole, come i Cargo ed i Caccia e quelle grandi, come l’Incrociatore o il Trasporto corazzato. Dei Cargo abbiamo già parlato ma devo aggiungere che non sono considerati unità militari. Tutte le altre navicelle, sono unità militari che possono essere acquistate solo successivamente alla realizzazione di una quarta colonia da parte di un giocatore qualsiasi ed all’acquisto della sua prima unità militare. In ordine di forza si passa dai piccoli ma equlibrati Caccia ai devastanti Incrociatori, passando per il Trasporto corazzato, che risulta essere più un’unità funzionale al riposizionamento rapido e sicuro delle proprie unità sulle lunghe distanze che un vero e proprio vascello da guerra. Il combattimento avviene non appena un giocatore è in un esagono adiacente od a range di tiro ad unità o Colonie nemiche. L’attaccante deve sommare i bonus della propria navicella, eventuali carte evento bonus in combattimento ed il tiro di un D8; il difensore farà lo stesso. Se l’attaccante realizza un totale più alto, vince e distrugge l’unità avversaria. In caso di parità vince il difensore, che può subito contrattaccare, diventando automaticamente attaccante. Penso che il combattimento sia adeguato allo stile complessivo del gioco. Ci sono modificatori, ci sono colpi di scena dettati dalle carte ed il classico dado che non manca in nessun wargame. Devo però ammettere che ci sono alcune carte evento (che sono acquistabili nella fase acquisti di fine turno, insieme alle unità) veramente troppo sbilanciate: ne esiste una che permette ad un giocatore di tramutare un Caccia avversario in uno proprio; un’altra che garantisce la costruzione di una Colonia gratuitamente. Considerato che queste carte evento costano solo due risorse oro, mentre una Colonia ne costa 4 di risorse e considerato che non c’è una strategia produttiva che assicuri certezze di turno in turno, carte evento del genere possono sbilanciare la partita o buttarla in caciara. Ad ogni modo esiste un scala di rarità all’interno del mazzo eventi, perciò alcune carte più forti sono più rare mentre quelle più leggere sono assai comuni. Inoltre le carte evento possono essere rivendute nel settore “Porto Spaziale” in cambio di Oro, in base alla loro rarità. Il Porto Spaziale funge anche da zona franca di scambio risorse per i giocatori che vi approdano con i propri Cargo.Il gioco procede di turno in turno seguendo questo schema fisso: produzione, movimento, eventuale combattimento, acquisti e fine del turno. Il gioco può terminare se un giocatore ha il predominio militare su almeno metà dei settori che compongono il tabellone oppure se un giocatore ha il predominio economico, ovvero se possiede 10 Colonie e 18 risorse (6 per tipo).

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Considerazioni finali

Giunti al termine della recensione penso sia il caso di tirare le somme su questo titolo. Devo ammettere che non rientra nei miei gusti personali ma che potrebbe incontrare quelli di numerosi tipi di giocatori: dal casual gamer al party gamer, dall’amante della fantascienza all’ameritrasher, dal wargamer in cerca di qualcosa di più leggero alla famiglia in cerca di un titolo più impegnativo. Si adatta veramente bene ad ogni tipo di richiesta, tranne che a quelle dei gamer più esigenti. Ovviamente se siete amanti dei german e dei giochi privi di alea non penso nemmeno che siate giunti a legger la recensione sin qui. Il gioco è zeppo di aleatorietà: dadi, carte, scambi di risorse. Nulla è certo, tranne il colore delle vostre navicelle!
Il gioco presenta una fortissima interazione fra giocatori, che va dal combattimento alle infamate varie derivanti dalle carte evento; scala molto bene con qualsiasi numero di giocatori e non presenta granchè tempi morti, tranne quando la plancia inizia ad affollarsi di navicelle; è alquanto longevo considerando quanti aspetti del gioco siano casualmente determinati in ogni nuova partita; è personalizzato, poichè ogni volta si può ottenere una razza differente con un potere unico; ha una durata che in quattro arriva al paio d’orette inclusa una breve spiegazione. Il regolamento è abbastanza chiaro anche se andrebbe organizzato meglio, presenta molti esempi a colori ed una dettagliata spiegazione del combattimento.
Che dire, come primo titolo dei sopracitati autori, Parsec è di sicuro un buon prodotto che vale quanto lo si paga e che non delude chi è conscio di cosa sta acquistando. Tolto qualche difetto nei materiali – ai quali di sicuro si potrà riparare con una seconda edizione (che mi auguro ci sarà) – e qualche carta troppo potente, Parsec è un godibilissimo boardgame.
Spero questa recensione vi abbia illuminato a riguardo. Per qualsiasi altra curiosità, visitate il sito del gioco: http://parsectheboardgame.com/index.php/it/

Grazie e alla prossima recensione!

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