Oh My Goods! – Le Mie Merci! | Recensione

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Gioco di parole a parte, questo piccolo card game da 2 a 4 giocatori – edito dalla Lookout Spiele e localizzato in italiano dall’editore Uplay – nasconde in una piccola scatola del buon potenziale. Essenzialmente si tratta di un gioco di produzione e vendita di merci (ma va?), coadiuvato ad una frenetica corsa alla costruzione di impianti produttivi redditizzi ed all’assunzione di forza lavoro aggiuntiva. Se le premesse hanno catturato la vostra attenzione, procediamo all’usuale analisi dei materiali e delle meccaniche.

I Materiali

In una tascabile e pratica scatola della dimensione dei tipici card game di produzione tedesca (vedi Amigo Spiele), sono contenute ben 110 carte ed un libricino delle regole. Il tutto è ben organizzato – a patto che non si vogliano imbustare le debolucce carte – e graficamente d’impatto. La grafica è molto colorata e ben curata e la simbologia contenuta nelle carte, se è vero che all’inizio potrebbe spaventare, posso assicurarvi che risulterà molto intuitiva e pratica durante la partita. Nel complesso, visto il prezzo bassissimo del gioco, riscontro un’ottima qualità-prezzo.

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Le Meccaniche

Il gioco prevede dai due ai quattro giocatori ma mi sento di consigliare una partita in due per apprendere correttamente i vari aspetti macchinosi del gioco e per non trascinare la prima partita troppo per le lunghe. Difatti, pure essendo un piccolo giochino, Oh My Goods! non è affatto un filler nè un titolo di basso livello. Giocato in quattro potrebbe riempire quasi un’oretta della vostra serata, quindi non lasciatevi ingannare dalle apparenze, specialmente se avete calcolatrici umane e massimizzatori di profitto al tavolo. Il setup è abbastanza rapido: ogni giocatore riceve una carta impianto di produzione uguale per tutti – il Bruciatore di Carbone – che presenta combinazioni differenti di risorse necessarie alla produzione (lo vedremo dopo nel dettaglio). Poi prende una carta lavoratore, che su un lato mostra una donna e sull’altra un uomo ed infine ottiene 7 carte coperte da posizionare sul Bruciatore ed una mano iniziale di 5 carte. Tutte le carte presentano sul dorso una botte marrone, ad indicare una merce generica. Per esempio, le 7 carte posizionate sul Bruciatore, indicano il possesso di 7 unità di carbone. Ogni carta impianto di produzione, indica il valore della merce che produce, il costo in risorse per produrne un’unità ed il costo per iniziare una catena di produzione in quell’impianto. Nella parte superiore sono poi presenti il costo in soldi dell’edificio ed i PV che il giocatore guadagnerà a fine partita. La partita si svolge in turni identici, costituiti ognuno di quattro fasi principali. Nella prima fase, i giocatori possono scartare quante carte desiderano dalla mano e ripescarne altrettante. Inoltre ottengono due nuove carte dal mazzo comune. Poi, il giocatore attivo, inizia a pescare e rivelare carte dal mazzo comune, sino a quando non saranno disponibili sul tavolo due carte con il simbolo Spicchio di Sole. Quest’azione dà inizio alla seconda fase dell’Alba, in cui il mercato si apre e le merci sono disponibili a tutti. In questa fase, i giocatori devono scegliere quale edificio vogliono costruire, mettendolo coperto sul tavolo dalla mano. Devono poi scegliere in che modo lavorerà il loro unico lavoratore. Se il giocatore sceglie il lato disorganizzato del lavoratore, questo lavorerà nell’impianto a cui viene assegnato, producendo una sola merce (nella fase di produzione) ma necessiterà di una risorsa in meno fra quelle richieste per mettere in moto la produzione dell’impianto. Se viene scelto il lato organizzato, il lavoratore produrrà due merci (nella fase di produzione) ma necessiterà di tutte le risorse richieste per mettere in modo la produzione. Alla fine di questa fase, il giocatore attivo inizierà nuovamente a pescare e rivelare carte dal mazzo comune sinchè non verranno rivelati altri due Spicchi di Sole, dopodichè il mercato verrà chiuso con questa fase Tramonto. Inizia ora la fase di Produzione e costruzione. In questa fase, in ordine di gioco partendo dal primo giocatore, ognuno produrrà con il proprio lavoratore nell’impianto a cui è stato assegnato. La produzione funziona così: nella parte inferiore sinistra di quasi ogni edificio, sono presenti delle icone risorsa con una freccia che punta ad una merce. Le prime, sono le risorse necessarie al lavoratore per iniziare a produrre, che il giocatore deve ‘possedere’ virtualmente al mercato centrale (quello generato nella fase alba e tramonto) o scartare dalla mano. Ogni carta, sul lato sinistro presenta infatti una risorsa (mattone, legno, pietra, ecc.) che può esser scartata in questa fase per compensare quelle richieste dall’impianto. Un lavoratore disorganizzato, ha il beneficio di ignorare una risorsa richiesta a scelta ma produrrà nell’impianto una sola merce. Un lavoratore organizzato, necessiterà di tutte le risorse ma produrrà due merci. In relazione al numero x di merci prodotte, il giocatore attivo prenderà x carte coperte dal mazzo comune e le posizionerà sul proprio impianto, per simulare il quantitativo di merci prodotte. Ogni impianto produce un tipo di merce – mostrato nella parte inferiore della carta – ed il valore di quella merce. Ogni qual volta il giocatore necessiterà di denaro per pagare un edificio o un’assistente, potrà scartare carte merci da un’impianto per raggiungere il costo dell’edificio. Il carbone vale ad esempio un soldo per unità; i capi di bestiame valgono tre soldi per unità; le maglie valgono quattro soldi per unità, ecc. Unitamente alla produzione normale, il giocatore può illimitatamente attivare la catena di produzione di uno o più edifici che hanno prodotto merci in questo turno. Nella parte inferiore sinistra della carta impianto che ha prodotto, ci sono una o più icone risorsa/merce contornate da catene di ferro (per ricordare la catena di produzione…). Il giocatore può quindi decidere di scartare dalla mano o da un impianto  tante risorse/merci quante ne desidera o possiede. Per ogni merce/risorsa – corrispondente a quella della catena di produzione – che il giocatore scarta, egli ottiene una merce aggiuntiva dall’impianto attivato. Terminate queste azioni, se il giocatore ha programmato all’inzio del turno la costruzione di un edificio, potrà ora pagarne il costo e calarlo vicino ai suoi altri impianti/edifici. Sarà disponibile dal turno successivo per produrre merci. Inoltre, è possibile acquistare uno degli assistenti disponibili, pagando il costo e rispettando i requisiti (in tipologie di edifici costruiti) richiesti. Questo assistente è in grado di produrre una sola risorsa ma potrà esser assegnato a qualsiasi edificio.
Il gioco procede in questo modo sino a chè un giocatore non avrà calato 8 edifici. Non appena questa condizione sarà soddisfatta, ogni giocatore eseguirà un round bonus in cui potrà attivare tutti i suoi edifici produttivi, anche quelli senza lavoratori o assistenti assegnati. I giocatori poi conteranno i propri PV sommando quelli ottenuti dagli edifici/impianti, quelli ottenuti dagli assistenti ed 1 PV ogni 5 soldi posseduti in merci. Il giocatore con il totale più alto sarà decretato vincitore.

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Considerazioni finali

Come potete dedurre da voi stessi, questo non è affatto un giochino. E’ essenzialmente un gestionale ben congegnato realizzato con le carte. Penso sia un buon titolo che pur non introducendo nulla di così originale (fatta eccezione per la catena di produzione), riesce a stimolare il ragionamento quanto basta. E’ estremamente solitario e l’interazione fra i giocatori è pressochè nulla. L’aleatorietà incide moltissimo e forse molti giocatori in cerca di un gestionale tedesco non vedranno di buon occhio questo aspetto. Bisogna essere degli indovini per prevedere il randomico mercato del Tramonto, basandosi solo sulle carte del mercato dell’Alba per decidere in che impianto mandare il proprio lavoratore. La strategia è sempre a medio-breve termine, poichè pur volendo incastrare combinazioni interessanti di edifici in modo da avere una solida catena di produzione, si perderebbero troppi turni e la partita in media ne dura 8-10. Il prodotto è eccellente se consideriamo il costo (9,90 Euro) e la realizzazione grafica. Le carte purtroppo non sono di grande qualità: si ovalizzano, non sono così facili da mescolare e sono molto fine. La scatolina è pratica perchè entra in una tasca e vi permette di portar il gioco con voi e giocarlo anche al tavolino di un bar. Infine, parlando della longevità, Oh My Goods! è di sicuro un titolo che offre una buona gamma di possibilità, ergo non si esaurirà dopo le prime cinque partite. La durata è discretamente adeguata per il livello di gioco ma può aumentare spiacevolmente se giocate in quattro. Non è un titolo introduttivo, quindi non lasciatevi ingannare dai sorrisi e dai pascoli in copertina! E’ forse un po’ troppo impegnativo per chi è alle prime armi ed un po’ troppo riduttivo per un giocatore di alto livello, perciò mi sento di consigliarlo più ai giocatori di medio livello ed agli amanti di giochi di carte.

Voto: 6,5

Vi ringrazio per aver letto questa recensione e vi dò appuntamento alla prossima!

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